Dicembre 1912: Roland Garros da Tunisi a Roma

 

Roland Garros nel 1910
 

Di tante imprese, “raid” o “exploit” che hanno caratterizzato la fase pionieristica dell’aviazione, il volo da Tunisi a Roma di Roland Garros, avvenuto fra il 18 e il 22 dicembre del 1912, occupa un posto particolare, perché si tratta del primo collegamento di due continenti per via aerea.

Il pilota francese aveva appena 24 anni ma si era già distinto in numerose imprese aviatore, aveva al suo attivo “raids” e record di quota ed era considerato un talento naturale per il volo. Negli anni successivi avrebbe aggiunto altri allori alla sua collezione, anche come iniziatore della specialità della caccia nella terrificante Prima Guerra Mondiale in cui l’aeroplano divenne troppo presto strumento di distruzione.

Ma le prospettive militari sono lontane, in quella fine d’anno del 1912, e la gloria a cui mira Roland Garros è di tipo sportivo con, possibilmente, ricadute economiche.

L’aviatore francese a Tunisi aveva riconquistato il record mondiale di altezza l’11 dicembre, raggiungendo 5610 metri. A un giornalista de “Il Mattino” spiegò la genesi dell’impresa verso Roma: “Avevo progettato il raid prima di andare a Tunisi, ma la stagione era cattiva. Molte volte salii in aria a tentare il destino sulla riva verde di palmizi, ma sempre ridiscesi. Perché io mi accingessi all’avventura era necessario che le condizioni della mia macchina, del mio animo e del mio cielo fossero favorevoli. Attesi, ritentai. Poi un giorno che tutto batteva sincrono nel mio cuore, nel mio motore e nella mia atmosfera, dall’alto dei cinquemila metri che avevo raggiunto, trassi il dado”.

Garros volava su un monoplano Morane-Saulnier dotato di un motore rotativo Gnome da 50 CV: in pratica oggi sarebbe considerato un ultraleggero. Era il rivale del Bleriot, che all’epoca andava per la maggiore soprattutto a seguito dei successi ottenuti dal suo progettista, a cominciare dalla trasvolata della Manica. Il pilota indossava due maglioni uno sull’altro e altrettanti cappucci, come “tenuta di volo” per proteggersi dal freddo, assieme a due piccoli galleggianti e una cintura di salvataggio come dispositivi d’emergenza in caso d’ammaraggio. Si dice che Garros non sapesse nemmeno nuotare. La marina francese aveva predisposto una spola di siluranti, per seguire la pericolosa trasvolata del Mediterraneo di oltre 200 km. Le tappe in cui era suddivisa la storica impresa dovettero essere rimaneggiate e improvvisate in corso d’opera per sopperire a problemi meccanici sopraggiunti. La tabella di volo finale fu:

Data

Partenza

 

Arrivo

 

18 dicembre 1912

7.05

Tripoli

10.30

Marsala

 

14.00

Marsala

14.30

Trapani

21 dicembre

7.50

Trapani

12.00

Tonnarella (Milazzo)

 

13.30

Tonnarella

14.50

Sant’Eufemia di Aspromonte

22 dicembre

8.50

Sant’Eufemia di Aspromonte

11.03

Napoli

 

13.18

Napoli

14.45

Roma

Subito dopo il decollo dal campo di tiro a segno di Marsala, il pomeriggio del primo giorno, Garros scoprì una perdita al serbatoio di carburante che lo costrinse a ad atterrare in emergenza presso Trapani, provocando ulteriori danni all’aeroplano. Da qui la sosta di più di due giorni per le riparazioni. Dopo, l’impresa proseguì spedita. Dopo lo scalo nel piccolo centro di Sant’Eufemia di Aspromonte (Garros osserva: “Sant'Eufemia è un villaggio che ha nove abitanti; ebbene, tutti e nove sono venati a salutarmi alla partenza. Da ciò potete giudicare l'accoglienza avuta altrove”), la tappa verso Napoli, di circa 300 chilometri, fu la più lunga. Qui Garros atterrò al “Campo di Marte”, ovvero la zona pianeggiante fuori città destinata fin da epoca borbonica alle esercitazioni militari, già sede di eventi aviatori e destinata a diventare l’aeroporto di Capodichino. Il pilota francese fu accolto, come nelle altre tappe del suo viaggio, da una folla festante.

La sosta a Napoli fu breve, sufficiente per pranzare, rifornire l’aeroplano, incontrare la stampa e ricevere il saluto dell’ambasciatore di Francia e dell’Aero Club partenopeo prima dell’ultimo “balzo” verso Roma che fu particolarmente veloce. Lo stesso Garros lo descrive così: “Sul golfo di Gaeta mi sono spinto nell’interno, prendendo la fettuccia di Fiumicino e traversando i Castelli Romani”. Qui l’atterraggio per poco non si concluse con un disastro, l’aereo saltò su un ostacolo e Garros, per evitare danni personali, si lanciò a terra subito prima che questo si piantasse in verticale, con il muso a terra.
Garros era già arrivato in volo a Roma l’anno prima al termine di un altro storico “raid”, il Parigi-Roma.

A un giornalista di “La Stampa Sportiva” il pilota dichiarò: “Il mio viaggio è stato eccellente, ma faticoso, perché l’aria era piuttosto agitata e spesso ho dovuto lottare contro correnti fortissime, soprattutto quando ho abbandonato il mare e mi sono spinto direttamente su Roma”. E poi in maggior dettaglio: “Nel raid Tunisi-Roma mi sono mantenuto ad una media altezza di 800 metri. Sul tratto Sant’Eufemia-Napoli dovetti elevarmi a 3000 metri e oltre in seguito ad un incidente avvenuto alla partenza da Sant’Eufemia. L’apparecchio al momento della partenza slittò sulla spiaggia fangosa per la pioggia e una pala dell’elica si contorse. Mi elevai ugualmente però la pala contorta non agiva: essendosi manifestati poi dei remours, per evitare il pericolo di una caduta mi elevai a 3000 metri circa al di sopra della corrente. Nel tratto Napoli-Roma mi elevai a 1400 metri, sempre per causa il vento”. Garros spiega anche lo stato di esaurimento fisico alla fine della lunga impresa: “Noi aviatori, allorché scendiamo dal nostro apparecchio dopo un viaggio di di 1200 0 1400 km., come quello che oggi ho terminato, giungiamo in uno stato di esaurimento nervoso con un solo desiderio, quello di non vedere e di non udire più alcuno. Questo stato fisiologico speciale è dovuto a questa circostanza: durante il viaggio noi dobbiamo sopperire alle forze muscolari, che rimangono fatalmente esaurite, in seguito alle fatiche del viaggio con un enorme tensione nervosa”.

L'avventuroso atterraggio a Roma - foto da "L'Illustrazione Italiana"

Con questo post marginalmente “natalizio” riprendo le attività su questo blog. Spero nel 2021 di essere più presente rispetto agli scorsi anni. Un caro saluto e augurio a tutti i lettori.


Fonti:

  • A. Lodi, “Il Volo a Roma – dalle origini ai primi anni del novecento”, Stato Maggiore dell’Aeronautica
  • “La Stampa Sportiva”, A. 11 (1912) n 52, dicembre


Altri riferimenti:


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