Riviste “made in USA” con ali italiane


Nel periodo tra le due guerre mondiali, riviste come "Everyday Science and Mechanics" diffondevano, negli Stati Uniti, l'ottimismo nei confronti del progresso tecnologico ed industriale. L'inventiva e l'iniziativa privata potevano risolvere ogni tipo di problema e produrre cascate di innovazioni sorprendenti. La prefigurazione del futuro dei mezzi di trasporto, in questa illustrazione del numero di novembre 1934, mostra le fascinazioni prodotte dai progressi dell'aerodinamica. In pratica, il concetto è trasformare qualsiasi oggetto che si muova nell'aria in un profilo alare, meglio ancora se dotato di pinne e derive direzionali. Per i veicoli terrestri, in particolare, non c'è alcun concetto di deportanza per migliorare la tenuta di strada ed ancor meno di tolleranza al vento laterale.



E' interessante notare quanto il concetto di aeroplano qui mostrato sia influenzato dalla tecnologia italiana. La macchina volante abbozzata è infatti un grosso idrovolante plurimotore, forse tuttala, ma palesemente ispirato al Savoia Marchetti S.55. Anzi, a dirla tutta, sembra null'altro che una versione ingigantita di quella macchina. Solo l'anno prima la Seconda crociera atlantica di Italo Balbo aveva attraversato gli Stati Uniti, destando scalpore ovunque. Nel 1927, inoltre, gli statunitensi avevano già avuto esperienza dell'innovativo idrovolante italiano con le imprese di Francesco De Pinedo e del suo "Santa Maria", purtroppo conclusesi con un incendio in Arizona.

L' S.55 "Santa Maria" di Francesco De Pinedo in Arizona
C'è almeno un altro caso in cui progetti aeronautici italiani stimolano la fantasia popolare d'oltreoceano, si tratta della piccola "botte volante" di Luigi Stipa, antenato improbabile dei velivoli a getto e reale dimostrazione delle prestazioni dell'elica intubata. L'impressione suscitata dallo strano prototipo dev'essere stata notevole, visto che compare più volte ed in vario modo trasformato. Per cominciare, uno strano gigante dell'aria sulla copertina di "Modern Mechanics", un'altra rivista dello stesso genere:


La stessa "Everyday Science and Mechanics" non poteva tacere dello strano prototipo ed intitola il suo articolo: "Il nuovo aeroplano italiano per l'alta velocità è una galleria del vento".

Compare anche un plurimotore tuttala su "Popular Science", forse ispirato dai progetti dello stesso Stipa ed illustrati sulle sue pubblicazioni scientifiche. Lo Stipa reale è disegnnato in secondo piano:



Ed anche la rivista divulgativa francese "Je sais tout", dove è riprodotto con un apparato propulsivo decisamente più performante dell'originale, perché è sempre la velocità il tema che affascina di più.



Mentre la più quotata "Flight" intitola: "Un tubo di Venturi volante"
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