Ci sono momenti in cui la storia non è scritta sui libri ma ti viene incontro, ti cammina davanti, ti parla e prosegue verso il futuro, lasciandoti a guardare. E’ la sensazione che ho avuto ascoltando il prof. Pascale mentre presentava il suo nuovo opuscolo di memorie. Un passato che contiene più futuro di tanti proclami e progetti avanzati fatti più di parole che di sostanza.
Ed infatti è un bel momento quando, il pomeriggio del 29 novembre 2013, il prof. Pascale entra nell'aula delle lauree dell'ex Facolta d'Ingegneria, ora “Scuola politecnica e scienze di base”, dell'Università “Federico II” di Napoli. Vederlo così dritto e distinto, a novant'anni suonati, è uno spettacolo. Avevo sentito dire che non stava del tutto bene, ma evidentemente non è vero. Un po' lo invidio, devo ammetterlo.
I saluti durano diversi minuti ed è comprensibile: chi vuole perderselo? Dopo i “quattro gatti” dell'assemblea dell'Associazione ex-allievi, l'aula si riempie in fretta, tanto che qualcuno rimane in piedi. Sentire il professore che parla in pubblico è un'attrazione in se, un'occasione che non capita tutti i giorni, e non c'è bisogno di fare molta pubblicità. Fuori distribuiscono l'opuscolo “Il mio volo silenzioso”, assieme all'altra opera più vecchia, del professore: “L'avvento della Jet Age, dal Douglas DC-3 al Jumbo Jet”.
E Pascale non delude. Innanzitutto si dichiara emozionato di essere li, nell'Aula delle Lauree del Politecnico di Napoli, e poi spiega i motivi del nuovo opuscolo di memorie, con le parole riportate nell'introduzione. Parla a lungo Pascale e lo si sta a sentire. Di alianti, di storia e di meccanica del volo, di posti, incontri ed esperienze, arrivando fino all'aerodinamica ed alla meteorologia. Cita nomi, luoghi, formule, piloti, tecnici e scienziati. Il discorso è vivace, mai noioso, anche quando ricorre alle equazioni per spiegare perché gli alianti sono fatti così e perché sono cambiati nel corso dei decenni.
Alla fine, come in tutte le espressioni autentiche della cultura, tutto si tiene, i vari aspetti si integrano in una visione unica, che assume un senso proprio. Quando si passa finalmente alla lettura del “pamphlet”, come lui lo chiama, ci sembra davvero di sapere un po' di più di alianti.
Non trovando nell'elenco dei profili quello che mi avrebbe consentito di esprimere tutto ciò
RispondiEliminache ho provato nel sentire Gino parlare come alle lezioni di CINQUANTA anni fa, ho dovuto
servirmi del "anonimo" cosa che in un certo senso è.
Commozione? SI; Malinconia? NO : una vita da ing. aeronautico (Gino mi HA laureato!),le
tante ore di volo con Lui e per Lui e per Ninò in Partenavia non prevedono malinconie e/o
ricordi. Sono ancora vita di ieri e gioia di oggi come suo Allievo, amico, collaboratore.
Ma un ricordo pure c'è : quando mi portò a Roma (avevo 22-23 anni) e mi presentò al prof.
Umberto Nobile a casa sua. Debbo riconoscere che entrambi fanno parte della mia più
incredibile ricchezza. Se la Storia Aeronautica del Mondo non Li avesse avuti forse non
sarebbero lo stesso mancati i fantastici sviluppi dell'Aeronautica ,ma la Tecnologia, la
Ricerca, la Sperimentazione, avrebbero perso qualcosa di insostituibile oltre che umano.
Ciao e grazie per questa Lezione alla quale avrei volentieri partecipato. Con l'affetto di sempre , l'anonimo Mario d'Amelio ti abbraccia.
Salve e grazie infinite a te per questa tua bella testimonianza, che ci aiutano a capire l'importanza di certi personaggi non solo per la grande storia, aeronautica e non, ma anche, e forse soprattutto, per tante storie individuali.
EliminaUn saluto
Ciao, grazie di avere apprezzato il mio
Eliminasemplice e sincero commento per l'intervento
di Gino Pascale.
In Aeronautica -anche...senza volare- c'è una
particolare regola : devi essere semplice come
lo è l'Aerodinamica e le sue, di regole, così come
la parte Strutturale.
Non ho mai contato le mille e mille Lezioni del Prof. Pascale
che non sono mai finite, neanche oggi, ORA.
Che mi hanno insegnato, anzi no, portato per mano
a cercare di capire la bellezza di una Ingegneria unica.
Ed ad innamorarmene per tutta la vita (ho tre quarti di secolo!)
da quando, a 5 anni riconoscevo durante i bombardamenti i 109
o i P 38 ecc. con l'immensa voglia di toccarli, vederli ancora,
sperando che non andassero via subito (non ti dico le cazziate di
mio Padre!).
Bando alle chiacchiere, ti mando un gran saluto, visto pure che anche
io ho lavorato in AERFER (sono tornato SUBITO in Partenavia a metà
della produzione di quel COSO chiamato AM 3)
Spero di incontrarti prima o poi,
Mario d'Amelio.
Se vuole contattarmi, per me sarebbe un vero piacere! La mia mail è f.fortunato(at)katamail.com. Oltre al piacere di sentirci (e magari prendere un caffè) sono sempre a caccia di testimonianze aneddoti e documenti, per il blog e per pura curiosità personale. Da quel che leggo ha passione ed esperienza in aeronautica, enormemente più di me, e potrebbe darmi qualche bella "imbeccata". Un caro saluto.
Eliminanon ho capito : Lei sarei IO?????
EliminaCiao , Md'A.
mail dameliomario@gmail.com