I Campi Flegrei - dal vedutismo alla foto aerea

L’Accademia Aeronautica ha sede a Pozzuoli dal 1961, dove si è trasferita dalla non lontana sede di Nisida. Nei primi anni ’90 del secolo scorso, per onorare l’area che la ospitava, l’allora comandante, Gen. Ugo De Carolis, propugnò l’idea di una mostra che ne mettesse in evidenza le bellezze storiche e naturalistiche. L’ambiziosa idea era di una mostra permanente e di alto valore culturale, che servisse a diffondere la conoscenza dei luoghi e delle bellezze naturali e archeologiche. Il progetto si concretizzò nell’affiancare l’aerofotografia con la tradizione pittorica del vedutismo, in auge fin dal ‘700. I Campi Flegrei, per la grande abbondanza di siti archeologici, erano stati infatti una delle mete del “gran tour” che rappresentava un momento fondamentale della formazione dei giovani di classe elevata nel XVIII secolo.


 


Con non poca fatica si ottenne l’autorizzazione e i finanziamenti necessari da parte dei comandi dell’Aeronautica. L’esecuzione del progetto richiese quasi un anno e mezzo di lavoro e il supporto della Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta. Le riprese aeree dei Campi Flegrei furono effettuate con un elicottero Hughes NH500 che decollava dagli impianti sportivi dell’Accademia. Fu un lavoro estremamente meticoloso, per ottenere il migliore possibile confronto con le stampe originali del ‘700 fornite dall’antiquario Umberto Bowinkel. Il risultato fu un complesso di 25 + 1 pannelli metallici montati su cavalletti, di grandi dimensioni: 2.5 x 2m, coperti con un vetro da 1.5mm ed illuminati, comprendenti illustrazioni e didascalie. In ogni pannello erano esposte le stampe d’antiquariato del Vedutismo Napoletano del ‘700 afferenti i Campi Flegrei, messe a confronto con gli stessi luoghi fotografati dall’elicottero, in una sorta di rimbalzo fra le epoche e, contemporaneamente, di viaggio, da est verso ovest, da Posillipo fino a Cuma passando per Marechiaro, Gaiola, Seiano, Nisida, Pozzuoli, Monte Nuovo, Lucrino, Baia, Miseno.

Alla realizzazione collaborò anche il Magg. Pilota DavideFranceschetti, caduto con il suo AMX in avaria l’8 febbraio 2001 in località Lancenigo, in provincia di Treviso. Rinunciò a eiettarsi per dirigere il suo velivolo lontano da zone abitate e per il suo sacrificio è stato insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

Estrema attenzione fu messa anche nelle didascalie, curate dalla dott.ssa Paola Miniero, direttrice del Museo dei Campi Flegrei con sede nel Castello di Baia.

Dai confronti apparvero evidenti le trasformazioni dei luoghi e in particolare le speculazioni edilizie e il degrado che hanno deturpato alcuni siti, in particolare la cementificazione nell’area di Baia, estese fino a coprire gli antichi templi di Diana e Venere.

La mostra fu completata nel 1993 e rimase visibile per tre anni prima nella “Sala dei Campi Flegrei” e poi nella “Manica Longa” dell’Accademia Aeronautica, più volte visitata da scolaresche, è stata per 6 mesi a Roma presso la Villa Celimontana, sede dell’Istituto Geografico Italiano, e per due volte è stata trasportata ed esposta nel Palazzo Reale di Napoli. Ci furono trattative per un suo trasferimento temporaneo a Parigi, progetto cancellato per ragioni economiche. Infine, una notte, un violentissimo temporale ruppe i finestroni dell’Accademia. L’acqua si infiltrò dappertutto, danneggiando in modo irreparabile stampe, fotografie e didascalie.

Della mostra rimangono soltanto i cataloghi, con le fotografie dei pannelli e le descrizioni, ed un video di presentazione in inglese e in italiano realizzato dal Centro Produzione Audiovisivi dello Stato Maggiore dell’Aeronautica. Eccone di seguito il riversamento.


Quest’articolo è basato in gran parte sulle memorie del Gen. Guido di Cresce, Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana. All’epoca Maggiore, curò il complesso e delicato assemblaggio dei pannelli nonché la scelta della colonna sonora per il video di presentazione; ha reso disponibile on-line il video di presentazione.

Commenti