1910: Ritagli di giornale


Via Roma a Napoli nel 1910
L’anno 1910 mi sembra cruciale per la storia dell’aeroplano: è quello in cui si passa dal pionierismo puro ad un embrione di tecnologia e pratica del volo. Rispetto agli anni precedenti si osserva un’esplosione del numero di prototipi e di successi, si riduce il numero degli “aborti” dalle forme improbabili e le geometrie iniziano a convergere verso quelle classiche dell’aeroplano. Aumenta l'interesse dei militari e della gente comune per le “macchine volanti”.

Ho provato a ripercorrere gli eventi legati alla città di Napoli, tramite alcuni articoli di giornale che sono riuscito a raccogliere, in primo luogo da La Stampa, l’unico quotidiano italiano a mettere a disposizione on-line i numeri a partire dal 1867, e poi da un foglio del Corriere della Sera acquistato on-line.


Le notizie di aviazione compaiono, in quei giorni, nelle colonne dello sport: il volo è ancora una cosa da “sportsman” spericolati. L’anno si apre con ottimismo: un trafiletto su “La Stampa” del 10 febbraio ci informa che si sta costruendo, in città, un nuovo aeroplano. Sotto il titolo “Un nuovo monoplano italiano” se ne riporta una breve descrizione senza citare il proprietario, che è “un signore dell'Alta Italia, dimorante da vari anni a Napoli, che vuole mantenere l'incognito”. Si tratta di un monoplano che “differisce dagli altri finora costruiti negli alettoni di equilibrio laterale, che come sono foggiati danno alle ali quella vera e propria forma di elica, tanto necessaria al buon andamento dell'apparecchio stesso”.



Si tratta del “Napoli 1” di Emilio Graff? E’ probabile e a confermarlo c'è il nome del collaudatore: Ettore Sarrubbi, e dal motore: un Anzani, peraltro scelta piuttosto frequente in quegli anni. La riservatezza del costruttore potrebbe essere uno dei motivi per cui se ne sa così poco, di lui e della sua realizzazione.

Sul numero di La Stampa del 7 marzo un altro trafiletto ci avvisa della fondazione, il giorno prima, del Circolo Aereo di Napoli, che in seguito diventerà Aero Club. Il giornale precisa che l'adunanza fu presieduta dal “conte Piscicelli, assessore comunale”, ma non cita gli altri “gentiluomini e sportsmen” presenti. Da altre fonti sappiamo che c’erano, tra gli altri, il marchese Francesco Filiasi e Giuseppe Arciprete, ex aerostatiere del Genio e promotore del volo in vari modi.

Il "Napoli 1"

Qualche mese dopo il “Napoli 1” fece la sua comparsa pubblica, agli esperimenti di aviazione che si tennero a Capodichino, l’allora Campo di Marte, il 15 maggio. Era la prima esperienza di questo tipo a Napoli e generò molta attesa, ma fu purtroppo un insuccesso. Il Corriere della Sera intitola: “Gravi scenate a Napoli alle prove di aviazione – La folla caricata dalla cavalleria”. La Stampa ci informa che “Erano le 18, il pubblico attorno agli steccati era veramente enorme; e le tribune erano gremite”. Accadde che nessuno dei piloti partecipanti riuscì a levarsi in volo per più di pochi metri. Il Corriere spiega: “Il pubblico, deluso alla prima prova delle sue aspettative, ha fischiato sonoramente. Il Busson per altre tre volte ha tentato di sollevarsi da terra e di volare, ma infruttuosamente”. Il “Napoli 1” “incominciò le pratiche per azionare il motore e l'elica, ma quando sembrava che stesse per sollevarsi da terra, si è udito uno schianto: l'aeroplano aveva rotto il timone”. La manifestazione finisce ingloriosamente con l'invasione del campo di volo da parte della folla, urla, minacce, spintoni ed infine le cariche della cavalleria ed un bel po' di contusi. “Ad un certo punto” conclude il Corriere, “un gruppo di giovani ha scorto fra il pubblico un membro del Comitato e lo ha scortato minaccioso. Sono accorsi precipitosamente carabinieri e guardie che sono riusciti dopo molto a sottrarre il malcapitato alla furia popolare”. Insomma molta passione, un po' troppo violenta. Per fortuna gli organizzatori non si arrenderanno e l'anno dopo andrà decisamente meglio.

I disordini agli "esperimenti d'aviazione" di Napoli su La Stampa

Nessuna spiegazione viene data, negli articoli che ho trovato, sulle cause degli insuccessi. Certo in quegli anni volare non era banale. Se non c'erano impedimenti climatici, forse influì il terreno poco o per nulla preparato per gli apparecchi?

I disordini agli "prove di aviazione" di Napoli sul Corriere della Sera
Ad agosto si inaugura la scuola di volo di Pordendone, la prima in Italia. Tra gli allievi è elencato il napoletano Umberto Cannoniere. La Stampa ci informa che il 20 agosto “E' uscito solo, su un Bleriot, l'allievo signor Umberto Cannoniere, che fece con precisione qualche giro sul campo senza sollevarsi, come è prescritto per le prime lezioni”, ma già il 26 agosto “Il signor Cannoniere, degli allievi della sezione Bleriot, ha compiuto regolarmente le sue evoluzioni sul campo”. Sappiamo che prenderà il brevetto il mese dopo: a quell’epoca i corsi non erano molto lunghi e non andavano oltre decollo, atterraggio e qualche manovra fondamentale. Assieme ad altri ardimentosi piloti si rende disponibile alla proposta del Corriere della Sera per un giro aereo nazionale, che non avrà seguito immediato. L’anno dopo conseguirà anche il brevetto militare direttamente a Bengasi, per prendere parte alle operazioni militari in Nordafrica nella guerra italo-turca, dove sarà decorato con medaglia d'argento.

Non ho trovato notizie significative nella parte finale dell’anno. Forse una ricerca più attenta o un colpo di fortuna riveleranno qualcosa d'interessante.

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